LE CHIESE                                          

    

                                                   Le chiese del tessuto urbano.

 

 

S. Gabriele

 

 

Agli inizi del 17° secolo, precisamente nel 1607, Tonara vede costruire per opera del rettore Leonardo Manca il primo edificio della nuova chiesa parrocchiale di San Gabriele Arcangelo, fatta sorgere, sacrificando gli alberi secolari di un boschetto di lecci, a nord delle vecchie case di Toneri. Nel 1663 il Rettore Antonio Manis, fa edificare i quattro muri del presbiterio servendosi anche di materiali delle distrutte Chiese di Santa Anastasia e di San Leonardo. Nel 1782 il Rettore Michele Porru aggiunge ai lati della Parrocchia le quattro cappelle: del Rosario, di San Francesco d'Assisi, del Carmine, del Crocifisso e di Sant'Antonio da Padova. Nel 1887, il Rettore Salvatore Angelo Pani rimaneggia le tre cappelle presso il campanile, costruisce la volta sopra l'altare maggiore e il presbiterio e, nel 1900, nella parte orientale della Chiesa, fa costruire la Sacrestia. Le tante aggiunte, i tanti rimaneggiamenti sia per le scarse conoscenze di costruzione che per gli scadenti materiali utilizzati, principalmente pietra e fango, portano ad un pericoloso cedimento strutturale che ne determina, il 16 maggio 1926, la chiusura immediata da parte delle autorità del Genio Civile. Per non urtare la popolazione, si inizia a parlare di una semplice riparazione mentre, la Chiesa, con il nuovo progetto dell'Ingegnere Umberto Fanni da Guspini, viene demolita completamente per essere ricostruita e riconsacrata domenica 8 settembre 1929 da Raimondo Bonu, parroco di Tonara. L’architettura della chiesa è caratterizzata da un’ampia navata centrale e cappelle laterali che si estendono per tutta la lunghezza della navata centrale. Possiede un’ampia biblioteca, originariamente di oltre 3000 volumi, donata da Mons.Tore, attualmente ridotti a meno di un terzo. E’ pregevole un crocifisso ligneo verosimilmente del 1700. L’attuale arredo della chiesa è costituito da  pregevoli lavori in legno eseguiti dall’artigiano di Tonara Peppino Murgia.

 

 

 

 

 Organo a canne fabbricato a Cagliari nel 1842 dall'organaro Giovanni Borea. Restaurato nel 1888 da Raimondo Borea.

Lo strumento si trova nella tribuna d'ingresso della chiesa parrocchiale.

 

 

 

 

 Crocifisso del sec. XVIII.  Sormonta il credenziario della sacrestia.

 

 

 

Beni artistici della  parrocchia:

 

1 - Secchiello con aspersorio in argento sbalzato e cesellato -

          Bottega sarda - Stile neoclassico - Sec. XIX.

 

2 - Ostensorio in argento cesellato, sbalzato ed in parti dorato.

         Bottega cagliaritana - Prima metà del sec. XIX.

 

3 - Calice in argento sbalzato e cesellato.

         Bottega cagliaritana - Prima metà del sec. XIX.

 

4 - Croce astile in argento sbalzato, cesellato e bulinato.

         Bottega sarda - Stile gotico con elementi popolareschi - Secolo XVI.

 

 

 

 Credenziario in legno intagliato. Stile barocco. Bottega sarda. secolo XVIII.

Il mobile si trova nella sacrestia della chiesa parrocchiale di Tonara.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Tonara, 1927: Ricostruzione della chiesa di San Gabriele Arcangelo.

Parroco: Raimondo Bonu.

 

 

 

 

 

 Antico piatto di ottone usato per la questua.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 La chiesa di San Gabriele Arcangelo come appariva nella seconda metà del 1800.

 

 Alcune recenti istantanee della chiesa di San Gabriele.

 

 

 

 

S. Antonio di Padova

 

La chiesa di S. Antonio, edificata verosimilmente all'inizio del 1700 e parte di essa riedificata nel 1829, è  collocata in un'ampia piazza all'ingresso di Tonara. Il presbiterio  è arricchito tra tre nicchie ognuna delle quali contiene le statue di un santo: al centro S. Antonio di Padova titolare della Chiesa,  ai lati S. Ignazio da Laconi e il Beato Nicola da Gesturi (entrambi della diocesi di Oristano). Possiede un solo altare di marmo innalzato nel 1889. Secondo i registri ecclesiastici, risulta che nell'anno 1857 il parroco Rettore Pietro Todde, tonarese, fece costruire la sacrestia e ristrutturare la volta della chiesa che aprì al culto nel maggio 1859.

L'edificio, caratterizzato dall'uso della pietra locale e del sistema archivoltato, si sviluppa prevalentemente in lunghezza. Le pareti esterne sono rivestite da intonaco e le uniche decorazioni, presenti nella facciata, sono costituite da lesene ai lati del portone, da una elaborata cornice aggettante e da un piccolo rosone traforato con cornice lavorata. Il portale ligneo è ad arco a tutto sesto e ai lati della facciata sono presenti  due contrafforti  alla cui sommità  sono sistemate due celle campanarie. Tre coppie di contrafforti stabilizzano i muri laterali e creano contrasti chiaroscurali. La pianta è a croce latina con una sola navata e due cappelle laterali; la copertura della navata è costituita da una volta a botte. Le pareti interne, ad eccezione del presbiterio, sono rivestite da intonaco bianco e sono articolate da finestre, porte e nicchie.

Il presbiterio è arricchito da numerosi dipinti parietali che rappresentano alcuni momenti della vita del Santo risalenti al 1750 circa, opera di Gregorio Are, recentemente restaurati.

 

 

 

 

 

S. Maria

E il luogo di culto del rione di Arasulè. Ha una caratteristica architettura romanica con leggeri contrafforti. La costruzione della Chiesa di Santa Maria, ha inizio nel '500, anche se la prima data certa risulterebbe essere il 1617 ossia, quando gli abitanti di Spasulè, ricca borgata tra Atzara e Sorgono, iniziarono ad emigrare a Tonara, principalmente ad Arasulè, nella parte alta del paese. E' il Bonu ad affermare che gli stessi emigrati, in particolare le famiglie Demurtas e Flore provvidero ad ingrandire la Chiesetta di Santa Maria e a lasciar scritto su un  fregio ligneo dell'altare principale il cognome Demurtas e la data 1617. La Chiesa, dedicata alla Santa Croce, possiede un altare maggiore dedicato al Santo Crocifisso ed altri due laterali dedicati alla Santa Vergine e al divino Redentore. Possiede un pregevole crocefisso ligneo  verosimilmente del 1600. Ha il privilegio di conservare il Santo Sacramento e gli Oli Santi ed un rendiconto del 1609, firmato da Leonardo Manca, parroco di Tonara e di Spasuley che afferma che la chiesa era affidata alla confraternita della Santa Croce. Demolita in parte, è stata ricostruita nel 1921 e nel gennaio 1922 purtroppo, con malta e fango.

                                   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                   Le chiese di campagna.

 

S. Anastasia

 

 

Secondo il Bonu la chiesa di Santa Anastasia, oggi in rovina, è stata edificata tra la fine del 1300 ed il  principio del 1400 con tre archi gotici e relative arcate a crociera, dalla cui intersezione pendevano grossi medaglioni, ricordati ancora dal popolo con il nome di “is campaneddas”. Non è improbabile che un nuovo edificio, più ampio e più solido, sia stato costruito sulle fondamenta del vecchio tempio. Della chiesa abbandonata nel 1823 e crollata nel 1832 resta ormai poco. Ad essa appartiene una stele in trachite, con stemma e scritte che risultano però posteriori al periodo indicato dal Bonu per la costruzione del tempio. Sembra di poter leggere sul frontone in alto della stele l’invocazione Iesus beate sante mentre nella fascia laterale Mastro Battista Sau me fecit.  Appartenevano alla chiesa tre pregevoli tavole recentemente restaurate, sopravvissute ad un retablo collocato sull’altare. Secondo le informazioni trascritte nel libro parrocchiale  si ritiene che la prima chiesa innalzata nel paese di Tonara sia quella di Santa Anastasia. E’ possibile che essa   sia stata edificata dai Benedettini ai quali per parecchio venne affidata.

 

 

 

 

 

 

S. Sebastiano

 

 

La chiesa, circondata da un ampio  castagneto, era il luogo di culto del rione di Ilalà, abbandonato  da oltre 70 anni e completamente in rovina. Essa ha un’architettura ad aula semplice ed ha subito molteplici rimaneggiamenti. Le fonti storiche  si perdono nel tempo e nessun documento ecclesiastico ci dà la certezza che la Chiesa risalga ad un periodo precedente al XVII secolo anche perchè numerosi sono gli interventi che ne hanno alterato l'architettura. La Chiesa, possiede ancora oggi un piccolo cimitero che fu costruito per la sola frazione di Ilalà ed all'interno  è possibile ammirare la statua seicentesca del Santo e le figure zoomorfe che sostengono la trave di colmo del tetto, le quali, si pensa siano state portate ad Ilalà da Bidda Intr'Errios (paese fra torrenti)

 

 

 

   

S. Giacomo

 

 

E’ una piccola chiesa campestre riedificata recentemente sul crollo dell’antica chiesa. La ricca borgata tra Atzara e Sorgono, chiamata Spasulè, inizia a spegnersi lentamente nel corso del XVII secolo e finisce essere abbandonata del tutto agli inizi del secolo successivo. Nel censimento del 9 Luglio 1699 Spasulè contava 8 famiglie con 16 uomini e 15 donne mentre 30 anni dopo, nel 1728, non esisteva più niente. L'unica cosa che resistette all'abbandono sino al 1929 fu la sola Chiesetta di San Giacomo dove, il 25 luglio di ogni anno, il parroco di Tonara vi si recava per officiarvi la messa. Diventata oramai un rudere, gli abitanti di Tonara, decisero, nel 1929 di costruire una nuova Chiesa nel loro territorio, precisamente nella località di Ghenna Dratzone.



 

                                                                                      

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