LA
STORIA
Tonara deve il suo nome, presumibilmente,
al tacco calcareo intorno al quale si sviluppa e che prende il
nome di Su Toni. Nel suo territorio sono presenti alcune
testimonianze prenuragiche: la grotta funeraria di Pitzu e' Toni,
scavata nel calcare e la Domus de Janas di Is Forreddos con
diverse camere comunicanti fra di loro presenta un unicum
rappresentato dal doppio ingresso. Pochi resti sono giunti a noi
del nuraghe su Nuratze, mentre in corrispondenza di antichi
insediamenti quali Ilalà, abitata sino agli trenta del Novecento
e Idda intr'errios, posto sotto Tonara, sono stati ritrovati
ceramiche e frammenti di suppellettili (frecce, ossidiane, corna
lavorate d'animali) che fanno pensare che il primo insediamento
del paese sia databile al VII sec. a.C.
Murale degli artisti Gian
Michele e Claudio Onano per le vie del paese
Il primo documento scritto che cita il paese è l'atto di pace
fra il re Don Giovanni d'Aragona ed Eleonora d'Arborea, stipulato
il 24 gennaio 1388.
In periodo giudicale, oltre ai centri attuali di Arasulé, Toneri
e Taliseri, si aggiunge quello di Ilalà, abitato sino agli inizi
del Novecento.
Tonara faceva parte del Giudicato di Arborea, curatoria del
Mandrolisai. A Tonara sono legate anche le vicende di un
villaggio, Spasulé, che si trovava tra Sorgono e Atzara, i cui
abitanti, per motivi a noi sconosciuti, cominciano a trasferirsi
gradualmente nel più grande rione di Tonara, Arasulé, fino al
completo abbandono di Spasulè, avvenuto agli inizi del
Settecento.
Il Casalis riferisce che nel 1839 il paese contasse 2383 anime;
la maggior parte della popolazione risiedeva nel soleggiato
Arasulè, 1323 persone in tutto, 760 abitanti a Toneri, 203 a
Teliseri, 97 ad Ilalà.
Graffito dell'artista
Tonino Loi
Secondo il Dizionario del Casalis gli alfabetizzati erano poco
più di 50 e le donne con la loro filatura davano un buon apporto
all'economia del paese. Noceti e castagneti venivano considerati
all'epoca, più redditizi rispetto alla cerealicoltura.
Dalla fine del 1800 Tonara cominciava ad abbandonare
progressivamente la pastorizia mentre le attività artigianali,
ambulanti e torronai, la lavorazione del legno e la produzione
del carbone diventavano predominanti.
Prende avvio la fabbricazione dei campanacci strettamente legata
alla pastorizia sarda, anche fuori dall'isola.
Nel 1927 il comune di Tonara entra a far parte della neonata
provincia di Nuoro.
LE
LEGGENDE ED I RINVENIMENTI
ARCHEOLOGICI
Il paese ha
origini antichissime e probabilmente era già abitato nel
neolitico ma nellimmaginario collettivo la storia delle
origini talvolta viene trasformata e spesso le notizie
storiche si confondono con i miti e le credenze popolari.
Nella grotta di
Ucca e drò (la bocca del drago) così suggestiva anche se
inesplorata, la credenza popolare faceva abitare le
"Gianeddas", piccoli esseri femminili con poteri
soprannaturali. Si diceva che le Gianeddas pettinandosi i lunghi
capelli color del sole, coprissero il paese con una pioggia
di monete d'oro. Ma quando una di esse venne rapita per
impossessarsi dei suoi tesori, le janas maledissero la
comunità e nessuno le vide più. Da allora terribili carestie si
abbatterono sulla popolazione, e molti bimbi morirono ancora in
fasce. Secondo la credenza popolare il vento che sibilava tra le
rocce dello strapiombo di Su Toni altro non era che la voce
stridula di quegli esseri.
Sul colle di Su
Nuratze si ergeva, in passato, una solitaria torre nuragica,
risalente alla civiltà delle Tholos. Si trattava probabilmente
di un avamposto di controllo delle vallate che era servito alle
popolazioni preistoriche per lavvistamento dei nemici
lungo le valli dell'Isca e di Bau Codina dove passavano le
antiche strade che conducevano a questi impervi luoghi della
Barbagia. Della torre nuragica oggi scomparsa non esiste
più nulla. Fino a qualche tempo fa ne restava qualche traccia
nelle fondamenta circolari. Forse venne inghiottita dalle
fornaci di calce (I forros de cartzina) che utilizzarono i
massi calcarei del monumento megalitico. Recentemente, una
campagna di scavi ha consentito di riportare alla luce le
fondamenta di alcune capanne nuragiche.
Dalla cima del
colle Su Nuratze, con lo sguardo si può seguire il corso del rio
Pitzirimasa che nasce dalle vette di Ghenna e'Frores e
scende a valle confluendo con il rio Bauerì nel punto ove è
celato con i suoi segreti, sotto spesse coltri di pietra avvolte
dal muschio, il villaggio di "Idd'intr'errios"
(letteralmente paese tra i fiumi). Nellarea, intorno
all'anno '900 furono ritrovate stoviglie e monete romane. Il
villaggio di Idda intro errios, distante dallabitato non
più di 4 km., è raggiungibile attraverso un vecchio sentiero.
Poco distanti da Idda intro Errios, nelle località Gonnalè e
Troccheri, furono rinvenute tracce, ancora parzialmente visibili,
di antichissimi villaggi. Più di 5000 anni fa, nella montagna su
cui sorgevano i rioni dell'attuale Tonara hanno vissuto e sepolto
i loro morti comunità preistoriche della cultura di San
Michele di Ozieri. Alcune ceramiche ed altri reperti del
neolitico appartenenti a questa cultura che ha caratterizzato la
preistoria sarda per circa 8 secoli, dal 3300 al 2480 a.C., ma
anche testimonianze di un più tardo uso, nel bronzo antico, da
parte di comunità della cultura di Bonnannaro, sono state
trovate a Pitzu è Toni in una grotticella funeraria a nord del
paese come afferma lo storico ed archeologo sardo G. Lilliu.
Domus de janas sono presenti anche a Martì, a circa
cinquecento metri dal paese, sul versante di Sa Codina. La tomba
ipogeica di Martì fu riutilizzata in epoca romana per nuove
sepolture come attestano le stoviglie rinvenute in scavi
successivi.
La tomba ipogeica di
Martì, chiamata "Su forreddu 'e Gianas", si apre
scavata artificialmente in un conglomerato quarzoso e mostra
nell'atrio più fossette pavimentali per offerte votive. A
ponente del paese a circa un quarto d'ora, nel luogo detto
Perdas-Lobadas, scavando furono trovati vari oggetti di
archeologia, e diverse monete; poco distante dal paese, nella
regione detta Santu Leo, si rinvennero vestigia di antiche mura.
Rivestono anche
un certo interesse storico i muri delle abitazioni del
vecchio rione di Ilalà, abbandonata poco prima della
Seconda Guerra Mondiale. Inoltre nel rione di Toneri, si possono
ancora osservare i resti dell'antica chiesa parrocchiale di
S. Anastasia.
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