LA
CHIESA DI SAN GIACOMO
E IL VILLAGGIO DI SPASULE'
L'escursione
ripercorre un itinerario storico?culturale ed archeologico nel territorio
diSorgono e Atzara per visitare
la chiesetta campestre di San Giacomo, là dove sorgeva il villaggio
ormai scomparso di Spasulè.
Dalla
stazione di Sorgonospostandosi
a piedi per circa 2,5 Km, si raggiunge la chiesetta di San Giacomo di Spasulè.
Si visita la chiesetta, recentemente restaurata e l’area dove sorgeva il
villaggio di Spasulè.
Il
villaggio di Spasule'
Scrive
il Dr. Raimondo, che fu parroco del paese, nella sua monografia su Tonara,
che "Nei primi decenni del 1600 gli abitanti di Spasulè (ricca borgata
tra Sorgono ed Atzara) presero a disertare il loro paese per stabilirsi
a Tonara, dove accrebbero l’incipiente borgata di Arasulè, che risultò
composta dai più facoltosi pastori. Vi trasportarono anche i loro
vasti diritti terrieri sui salti di Funtana `Ona fino a sud di Curadore;
i loro lontani pronipoti inorgogliscono nel mostrare ai propri discendenti
il vasto anfiteatro di terreni ereditati da Spasulè. Gli
stessi emigrati, specialmente i parenti dei Demurtas e dei Flore, provvidero
ad ingrandire la chiesetta di Santa Maria e a lasciare scritta sul legno,
in un fregio dell'altare, il cognome Demurtas alla data 1617. E' di un
anno prima l'iscrizione, ancora visibile fino a cinquant'anni fa, in una
casa di Arasulè costruita da un pastore di Spasulè. " Questa
casa, come scrive lo stesso Dr. Bonu, fu abitata per 35 anni, a cioè
fino al 1905 dal Rettore Dott. Michele Porru. Successivamente appartenne
alla famiglia del Sig. Giuseppe Loche ? Cartzina.
E'
noto però che una delle famiglie superstiti di Spasulè, quella
dei Cadeddu, si rifugiò invece ad Atzara. Anchenella
Chiesa parrocchiale di Tonara si conservano ancora due pianete ed un piviale
provenienti dalla Chiesa di San Giacomo di Spasulè.Si
racconta anche al proposito che i vecchi di Atzara conobbero intorno al
1870 una vecchia ottantaquatrenne dal costume quasi uguale a quello di
Samugheo; ella era nata quando la madre aveva 43 anni: la chiamavano Tia
Antioga de Ispasulè, sebbene a Spasulè vi fosse nata solo
la madre che mori in Atzara nel 1829, l'anno del passaggio del principe
Carlo Alberto, all'età di 86 anni. Quest’ultima vecchia aveva abbandonato
Spasulè all'eta di cinque anni (cioè verso il 1748)
e diceva che circa sei persone vi si erano fermate ancora per trent'anni
dopo l'emigrazione definitiva.
Lo
spopolamento di Spasulè continuò progressivamentee
fin dal luglio 1699 il Rettore Pietro Francesco Guirisy poteva sottoscrivere
i conti della Confraternita di Santa Croce come Rettore "de la parroquial
lglesia y mas de Tonara y annexa de Espasuley".
Tonara
aveva allora hombres (uomini)737,mujeres
(donne) 731, fuegos (focolari o famiglie) 318; Spasulè hombres 16,
mujeres 15, fuegos 8. Trent'anni più tardi, nel censimento del 1728,
Tonara aveva fuochi 445 e anime 1296; Spasulè risultava invece
distrutto, anche se è probabile che per qualche decennio ancora
vissero nel villaggio una decina di persone. La vita a Spasulè venne
probabilmente resa impossibile a causa dell'isolamento o per qualche epidemia
o per limiti nella capacità difensiva. Una costante tradizione dice
che le due fonti dell'acqua potabile di Spasulè vennero avvelenate
da un certo Murtinu Mannu, presunto ascendente della stirpe degli Urru
di Sorgono. Ad ogni modo è certo che gli abitanti di Spasulè
riconoscendo quale loro parroco quello di Tonara per la giurisdizione conferitagli
canonicamente portarono a questo paese i diritti di proprietà del
loro antico villaggio. Ma come scrive il Casalis, quando gli abitanti di
Atzara, di Sorgono a di Samugheooccuparono
quei territori, i tonaresi sentendosi inferiori contro tre paesi coalizzati
si astennero dalla violenza e tentarono le vie legali per rivendicare i
loro diritti. La lite andò naturalmente per le lunghe a poi ad un
certo punto, quando tutto sembrava evolvere al meglio per i tonaresi, cessò
improvvisamente e si sospetta, come documenta lo stesso Casalis, che gli
abitanti di Samugheo, di Sorgono ed Atzara avessero corrotto quei tonaresi
che nel paese avevano maggiore influenza. Equesto
fatto ormai sembra anche storicamente acquisito. La maggior parte dei terreni
di Spasulè vennero quindi ceduti in conduzione o locazione agli
abitanti dei tre paesi rivali; ma la locazione temporanea degenerò
in proprietà abusiva.
Il
nome Spasulè, o meglio Hispasulè, rivela l’origine
semitica della parola e quanto al significato potrebbe ricollegarsi con
il nome semitico Hispa?nia (terra nascosta o "terra dei tesori nascosti",
per evidente allusione alle sue miniere note nell'antichità) e potrebbe
significare "terra principe nascosta" o semplicemente "terra fertilissima".
Il primo atto ufficiale che ricorda il villaggio di Spasulèè
l’atto di pace stipulato tra il Re Don Giovanni d'Aragona e la Giudicessa
Eleonora d'Arborea, il 24 gennaio 1388. Del villaggio di Spasulè
rimane oggi soltanto qualche brandello di muro diroccato, nascosto tra
i rovi. La Chiesa invece è stata ricostruita, tra l'altro in maniera
molto accurata, dal Comune di Sorgono.