I TAPPETI

 

La lana prodotto della pastorizia costituiva la materia prima indispensabile della tessitura. Gran parte dei prodotti del telaio una volta  rimanevano e servivano nello stesso ambito familiare e anche come parte dello stesso corredo da sposa per le figlie. Fin dagli inizi del secolo le donne filavano la lana e la tessevano per produrre indumenti maschili e femminili, sacchi, bisacce, coperte, e infine tappeti di svariati disegni e colori. Viene scelta la lana migliore per cardarla con i pettini (is pettenes de pettenare)  specie di cilindri in legno rivestiti di punte ricurve in ferro, per la preparazione dell’ordito (ordiu). Bisogna tener presente che l’ordito è l’insieme di fili tesi longitudinalmente sul telaio, destinati ad incrociarsi con la trama per formare il tessuto. Nella parlata locale ciascun filo dell’ordito è detto istamene. Per la filatura su usava la roca,  un arnese di canna che presenta alla sommità un allargamento su cui si pone la lana che scorra via via per essere filata. Da questo strumento la lana, attraverso le dita abili della filatrice,  passa, trasformandosi in filato, al fuso che ruota in senso orario. Infine il filato viene avvolto in una matassa, la matassa si riduce in gomitoli grandi per l’ordito, e in gomitoli piccoli o in spolete per la trama. Si procede poi all’operazione di orditura. La tessitrice è ora pronta con la sua esperienza e la sua tecnica all’operazione di tessitura.

I più antichi telai erano verticali; il telaio orizzontale sembra sia nato in oriente dove si crede sia pervenuto anche il sistema della tessitura a licci.

I prodotti del telaio verticale sono: la fressada a tzincas ed il tappeto di fressada a tzincas. I prodotti del telaio tradizionale sono: le fanugas, gli arazzi (arazzos), scendiletti (pappetos) centrini, l’orbace (che va scomparendo). Caratteristica dell’orbace è l’impermeabilità all’acqua e al freddo tanto che i pastori usavano il lungo cappotto con cappuccio per ripararsi dalle piogge e dal vento invernale. La fressada a tzincas e il tappeto de fressada a tzincas si presentano entrambi con determinati disegni a strisce che possono essere lisce, a quadretti, a dentes e con svariati colori tra i quali dominano il rosso, il nero, il giallo il verde e il marroncino. Sa fressada e il tappeto de fressada rompono la linearità tradizionale con  novità caratterizzate dal disegno geometrici o a strati apportando innovazioni sugli stessi prodotti di tipo tradizionale.

I prodotti del telaio orizzontale: la coperta a pibiones chiamata fanuga: fino a qualche tempo fa si confezionava secondo uno schema prestabilito: cotone giallo, lana nera al bordo e rossa al centro; ora si sostituisce ai due colori della lana un colore unico che può essere anche bianco. Questa tecnica di tessitura è usata spesso per le coperte. Gli arazzi hanno carattere artistico e ornamentale e vengono appesi sui miri dei soggiorni e dei salotti. Sono caratterizzati da motivi e disegni di ambiente campestre: piante, cervi, cani, scene, di caccia. Altri motivi ricorrenti sono scene di danza tradizionale e uomini a cavallo. Altri prodotti del telaio orizzontale sono scendiletti o tappeti ornamentali (tappetos), centrini e cuscini.

 

 

Ad impegnarsi nella tessitura sono soprattutto le artigiane del centro pilota dell’I.S.O.L.A. che opera già da un buon numero di anni ma si lavora sull’ordito anche in diverse case del paese, dove restano in funzione tanto i vecchi telai verticali sui quali si continua a comporre il modello assai diffuso di sa fressada, a strisce parallele di vari colori, quanto quelli orizzontali, su cui si tesse sa fanuga, resa preziosa da simboli e motivi della tradizione.

 

                                                                                      

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